Musica da camera

La predilezione per la polifonia e gli intrecci melodici fra le parti, che si manifesta con chiarezza nelle mie composizioni per voce o strumento – per altri versi decisamente moderne quanto a struttura armonica e ritmica -, prende le mosse dalla passione e dallo studio attento per la musica antica, con particolare preferenza per gli autori del primo Settecento.

Il repertorio prevede formazioni a due o più strumenti sostenute dal suono vivace e argentino del clavicembalo. Lo strumento utilizzato rispetta la tradizione cembalara italiana quanto a fedeltà nella struttura complessiva, negli aspetti decorativi, nella ricerca timbrica, solo in parte modificato in quegli elementi sonori e costruttivi che può oggi consentire la moderna tecnologia, grazie all’approfondita e attenta ricerca degli artigiani Fratelli Leita di Prato Carnico, in provincia di Udine, ai confini con Austria. Si tratta di uno strumento di scuola Italiana (un “Giusti 1681”), nome del famoso costruttore toscano Giovan Battista Giusti.

Strumento di ridotte dimensioni, ad una tastiera, come solitamente si usava nella nostra Penisola, è dotato di due registri e di un timbro vivace e sonoro, adatto alla esecuzione di vari repertori. Si tratta di un indiscusso risultato di alta maestria artigianale che esalta i pregiati “legni di risonanza” della Val Pesarina.